ROMA – “In Italia il settore dei podcast al momento è finanziato quasi esclusivamente dalla pubblicità, e vale attorno ai 30 milioni di euro”, dice Raimondo Zanaboni, amministratore delegato della concessionaria pubblicitaria Manzoni, controlla da Gedi, che aggiunge: “Per arrivare a 100 milioni ci vorranno due anni”.
Gedi è uno dei maggiori editori nel settore dei podcast, proprietario di una piattaforma (OnePodcast) che opera in sinergia con le emittenti del gruppo editoriale (Radio Capital, Radio Deejay, m2O).

MANCA L’ARBITRO
Il vero problema è che l’Italia manca di un soggetto terzo, di un Auditel che misuri il gradimento dei singoli podcast e degli editori. Questo arbitro sarebbe indispensabile per distribuire ai migliori gli incassi pubblicitari.
Tuttavia, il gruppo Gedi, attraverso i suoi One Podcast, i siti e le app assicura una audience minima garantita e protegge i podcast senza abbandonarli agli immensi e vari motori di ricerca. Al contrario fa in modo che siano facilmente visibili.
I TARGET DI NICCHIA
In fondo, lo strumento del podcast è fondamentale per un gruppo come Gedi, essendo perfetto per specifici target di nicchia, più piccoli appunto, rispetto al vasto pubblico della radio. Siamo di fronte a una verticalità che può portare vantaggi a editori e autori.