ROMA – Ottimismo in casa Gedi: prende il volo il polo radiofonico, ma soprattutto il podcasting. E Raimondo Zanaboni, amministratore delegato della concessionaria pubblicitaria Manzoni, controllata da Gedi, spiega che il mercato presto risponderà : “In Italia il settore dei podcast al momento è finanziato quasi esclusivamente dalla pubblicità, e vale intorno ai 30 milioni di euro. Diciamo che per arrivare a 100 milioni di euro ci vorranno probabilmente due anni”.
AUTOBUS E SPAGHETTI
La traccia audio che ascoltiamo la mattina in autobus, a casa mentre aspettiamo di scolare gli spaghetti o in palestra mentre corriamo sul tapis roulant è nient’altro che un podcast. Una recente indagine Ipsos – multinazionale che studia i mercati da quasi 50 anni – rivela che 11,1 milioni di italiani tra i 16 e i 60 anni hanno ascoltato almeno un podcast nell’ultimo mese. Il 43% di chi li ascolta ha meno di 35 anni e il 72% li ascolta attraverso il proprio smartphone a casa. Il pubblico è in continua crescita, +5% rispetto al 2021. Ma questo è solo un lato della medaglia.
LO STESSO BINARIO
Ascolti e ricavi non corrono sullo stesso binario. La fiducia emersa dalle parole di Zanaboni deve fare i conti con alcune circostanze penalizzanti. Innanzitutto, manca una “Auditel”, una società super partes che registri i numeri prodotti dagli ascolti del contenuto audio di un podcast. Gli investimenti pubblicitari, infatti, arrivano se ci sono i numeri, che devono essere certificati. In secondo luogo, imperi come Spotify e Amazon Music hanno visto i loro indotti provenienti dalla pubblicità ridursi negli ultimi anni, anche del 50%. Infine, il mercato dei podcast viene saturato da sempre più concorrenti, attirati, forse, dalla possibilità di raggiungere un pubblico sempre più vasto. Ciò però comporta un calo del numero medio di ascoltatori e quindi anche della possibilità di guadagnare attraverso la pubblicità.
